Un regime volontario per distinguersi sul mercato, che rafforza la fiducia dei consumatori e innalza gli standard produttivi
SQNZ: un regime di qualità che va oltre la normativa standard
Il Sistema di Qualità Nazionale Zootecnia (SQNZ) è un regime di qualità volontario istituito ai sensi dell’articolo 16 del Regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio, che permette di certificare produzioni con caratteristiche qualitative superiori rispetto alle normative standard. A differenza dei sistemi DOP e IGP, legati a uno specifico territorio di origine, lo SQNZ non ha confini geografici ma si basa su un sistema con caratteristiche proprie, in grado di definire standard qualitativi più restrittivi rispetto a quelli imposti dalla normativa commerciale europea, nazionale e regionale standard. L’obiettivo è quello di premiare le produzioni che si distinguono per caratteristiche superiori, sia in termini di qualità del prodotto, sia per i metodi di produzione e trasformazione adottati, con particolare attenzione alla sanità pubblica, alla salute di piante e animali e alla sostenibilità ambientale.
In ambito agricolo, questo sistema è stato adottato con rapidità in Italia perché consente l’accesso ai premi accoppiati della Politica Agricola Comune (PAC), uno strumento che l’Unione Europea mette a disposizione degli Stati membri per sostenere alcune produzioni strategiche, a patto che gli allevatori adottino sistemi di qualità riconosciuti. Dal 2020, il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha indicato esplicitamente che per ottenere tali premi, non è sufficiente produrre, ma è necessario aderire a uno o più regimi di qualità, tra cui lo SQNZ, riconoscendone così il valore anche in termini di politica agricola e promozione del comparto zootecnico.
Percorso di certificazione SQNZ: requisiti e disciplinari
Nel settore della carne bovina, esistono oggi tre disciplinari approvati e riconosciuti dal Ministero: Fassone di razza piemontese, Vitellone e/o scottona ai cereali e Bovino podolico al pascolo. Chi alleva secondo questi standard e aderisce al sistema SQNZ, ottiene la certificazione e può riportarla in etichetta. Ogni allevatore può aderire su base volontaria, ma le regole previste sono stringenti e riguardano aspetti cruciali come l’uso dei farmaci, l’alimentazione, le condizioni di allevamento e la tracciabilità.
Il percorso di certificazione è rigido e strutturato: il primo passo dopo la richiesta di adesione è la verifica dei requisiti di base da parte del capofiliera, seguita da un controllo formale di un ente terzo accreditato dal Ministero, che rilascia la certificazione annuale per ogni soggetto della filiera, dagli allevamenti ai macelli fino ai punti vendita. L’adesione consente di valorizzare il prodotto sul mercato e, al tempo stesso, di rispondere ai requisiti richiesti dai decreti ministeriali per ottenere premi e contributi, soprattutto in risposta alle recenti crisi settoriali.
L’introduzione dello SQNZ quindi non ha avuto solo una funzione tecnica di controllo, ma si è affermata anche come leva di comunicazione e posizionamento sul mercato. È in questo contesto si inserisce il lavoro del Consorzio Sigillo Italiano, ente riconosciuto dal Ministero con il compito di promuovere e rappresentare le produzioni zootecniche di qualità superiore. Questo marchio – ideato dagli stessi allevatori italiani – garantisce l’origine e la qualità del prodotto secondo parametri controllati, rafforzando il legame con il “Made in Italy” e offrendo una risposta concreta alla crescente esigenza di trasparenza e sicurezza alimentare.
La cooperazione come motore della qualità: l’esempio piemontese
In Piemonte, le principali adesioni avvengono in forma collettiva, attraverso organizzazioni di produttori che operano come capofila di filiera. Tra queste, una delle più attive è Asprocarne, cooperativa storica del territorio che conta circa 500 soci allevatori. La cooperativa ha creduto fin da subito nel sistema SQNZ, applicandolo già dal 2018 e strutturando una delle filiere certificate più rilevanti a livello regionale e nazionale. Attualmente, sono coinvolti oltre 400 allevamenti, 10 impianti di trasformazione e circa 100 punti vendita nella certificazione relativa al Fassone di razza piemontese e al Vitellone e/o scottona ai cereali.
Asprocarne ha sviluppato un proprio certificato di filiera e accompagna gli allevatori in tutte le fasi del processo. L’intero iter viene rinnovato annualmente e consente di garantire piena trasparenza e affidabilità lungo tutta la catena di produzione. La cooperativa, inoltre, continua a utilizzare il disciplinare di etichettatura volontaria, ma considera oggi la filiera SQNZ come riferimento primario per la promozione delle carni bovine piemontesi.
La maggior parte degli allevatori aderisce in forma associata, proprio perché l’organizzazione cooperativa offre un supporto tecnico e organizzativo fondamentale, facilitando l’accesso alla certificazione e contribuendo a consolidare una filiera solida. È anche grazie a questa struttura che il Piemonte è oggi tra le regioni italiane con il maggior numero di allevamenti certificati secondo il sistema SQNZ. Una dimostrazione concreta di come la cooperazione, attraverso strumenti condivisi e strategie comuni, possa accompagnare il settore zootecnico verso nuovi standard di qualità, offrendo al consumatore finale prodotti sempre più sicuri, tracciabili e sostenibili.